
L’eco martellante degli slogan pubblicitari – “Supera i tuoi limiti!”, “Nulla ti è impossibile!”, “La potenza senza controllo è nulla” – risuona nelle nostre menti, innescando un pericoloso delirio di onnipotenza. Così, ci ritroviamo a sfidare i confini del nostro corpo, intraprendendo sforzi inusitati come estenuanti camminate sotto il sole cocente, con la respirazione ostacolata da una mascherina, immersi nel caos del traffico cittadino. Oppure, all’estremo opposto, ci arrendiamo all’immobilismo, confinandoci per interi fine settimana sul divano, ipnotizzati dallo schermo della nostra serie preferita.
Il nostro organismo, con una sorprendente capacità di adattamento, sembra inizialmente assecondare queste nuove abitudini. Tuttavia, questa apparente acquiescenza ha un prezzo. Iniziano a manifestarsi subdoli dolori, inspiegabili fastidi, una stanchezza pervasiva, un’ombra di ansia che si insinua nella quotidianità, e altri sintomi che, nel loro insieme, possono oscurare la gioia di vivere. È in questo momento di crescente disagio che ci rivolgiamo, con rinnovata speranza, al variegato mondo degli “esperti”: Google, ortopedici, fisiatri, psicologi, radiologi – diventano le nostre ancore di salvezza, i potenziali liberatori da quei sintomi invalidanti che ci impediscono di riappropriarci del nostro corpo e delle sue funzionalità.
Questo stesso approccio, focalizzato sull’eliminazione del sintomo, permea talvolta anche la ricerca di soluzioni attraverso operatori olistici o le cosiddette medicine alternative. L’obiettivo primario rimane invariato: sopprimere la manifestazione del problema, piuttosto che indagare e affrontare le sue radici profonde.
Nell’ottica illuminante dell’ Ortho-Bionomy® , una disciplina che si fonda sul rispetto e sull’applicazione delle leggi intrinseche della natura, la genesi di un disagio va ricercata con cura e può essere gestita efficacemente attraverso un ascolto attivo e un’accoglienza incondizionata dei sintomi. Il corpo, infatti, è un comunicatore instancabile, che ci invia costantemente segnali sensoriali. Tuttavia, la nostra mente, incessantemente affollata da giudizi (“cosa è giusto?”, “come dovrei essere?”, “cosa non dovrei fare?”), spesso li ignora deliberatamente, intrappolata in un labirinto di pensieri preconfezionati.
Per rendere più tangibile il concetto di “leggi della natura” applicate al nostro essere, possiamo immaginare il corpo come un sovrano, indubbiamente potente ma sorprendentemente paziente, e la mente come il suo servitore più fidato, colui che, in una condizione di equilibrio, ne assicura la migliore esistenza. Questa dinamica armonica è palpabile soprattutto nella fase iniziale della vita, nei bambini fino ai due anni. Crescendo, però, immersi in una società che educa all’omologazione, alla competitività esasperata, alla produttività incessante e all’ipertrofia dell’ego individuale, questa gerarchia naturale si inverte. La mente, forte dei suoi modelli preconfezionati e delle sue rigide convinzioni, ascende al ruolo di comando, relegando il corpo a un mero esecutore di schemi ripetitivi e alienanti. Purtroppo, la natura intrinseca delle cose è immutabile, e prima o poi saremo costretti a riconsiderare questo squilibrio di potere. Ma come possiamo ristabilire un rapporto armonioso con questo sovrano paziente che è il nostro corpo? La risposta risiede in un ascolto costante e profondo. La consapevolezza delle posture che abitualmente assumiamo, ad esempio, può rivelare molto sulle tensioni fisiche ed emotive che ci attraversano. Allo stesso modo, quando un’emozione intensa come la rabbia o la paura ci assale, raramente entriamo in contatto con le sensazioni fisiche immediate. È molto più comune lasciarsi travolgere da un vortice di pensieri che amplificano l’intensità dell’emozione e, di conseguenza, le sensazioni corporee associate.
Al contrario, se in quei momenti riuscissimo a riportare l’attenzione alle sensazioni fisiche, potremmo notare una sorprendente diminuzione dell’intensità emotiva, permettendo alle tensioni generate nel corpo di fluire liberamente, restituendoci una sensazione di leggerezza. Questo semplice atto di consapevolezza rappresenta il primo, fondamentale passo verso un processo di auto-guarigione autentico.
La meravigliosa notizia è che, a qualsiasi età, è possibile ristabilire questa vitale connessione con il corpo. E quando questo miracolo accade, la mente ritrova il suo ruolo naturale di umile e prezioso servitore, tanto più efficace quanto più riesce ad armonizzarsi con il suo superiore, il saggio e paziente sovrano che è il nostro corpo.
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